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Spedizioni e-commerce Brexit: Come Funzionano?

Dal 31 Gennaio 2020, il Regno Unito ha smesso di fare parte dell’Unione Europea. Questa manovra è stata chiamata Brexit (Britain + Exit).

 

Per il mercato e gli scambi commerciali questo ha significato un cambio di normative e anche di costi.

 

In questo articolo descriviamo il nuovo quadro normativo degli scambi commerciali dopo la Brexit.

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Accordo di cooperazione commerciale: la Svolta (Trade Cooperation Agreement)

In seguito al referendum del 2016, è cominciata la transizione che ha portato, nel 2020, all’uscita definitiva del Regno Unito dall’Unione Europea.

 

Lo UK, tranne l’Irlanda, è stato escluso dalle istituzioni politiche della Comunità Europea. In questo lasso di tempo, per i cittadini non è cambiato molto.

 

Dopotutto, era necessario mantenere i rapporti economici e gli scambi culturali instaurati durante la permanenza all’interno dell’Unione.

 

Intanto, i Ministri si sono riuniti per ridefinire la relazione economica e sociale tra la Gran Bretagna e il resto d’Europa a seguito della Brexit.

 

Da questa transizione decisionale è nato il TCA (Trade and Cooperation Agreement del 24 dicembre 2020), che dal 1° gennaio 2021 ridefinisce i rapporti tra UK ed Europa.

 

Il Regno Unito è divenuto quindi un paese estraneo rispetto all’Unione Europea.

 

Il TCA è fondamentale per qualsiasi commerciante, grande o piccolo, ma anche cittadino europeo e britannico, in quanto definisce le modalità di scambio delle merci e spedizioni pacchi, ma anche di, investimenti, regole per la concorrenza, trasparenza fiscale, trasporto di merce via aereo e stradale, scambi culturali e molto altro.

 

E’ chiaro che sia venuta meno la libertà di scambio di articoli e servizi e a questo le aziende europee devono prestare molta attenzione. Soprattutto, in un’era digitalizzata come la nostra, la Brexit ha segnato una svolta per il mondo degli e-Commerce.

 

Come cambiano i rapporti tra commercianti europei e Regno Unito dopo la Brexit?

 

 

Cosa Prevede il TCA?

La sigla TCA sta per Trade and Cooperation Agreement (AgreementAccordo di cooperazione commerciale) e indica un accordo siglato il 24 Dicembre che determina il rapporto tra l’Unione Europea e il Regno Unito, ormai considerato alla stregua di un paese extraeuropeo sotto molti punti di vista.

Per agevolare gli scambi commerciali, i due paesi hanno deciso di non applicare ulteriori tariffe doganali né di imporre pratiche complesse che potrebbero rallentare l’ingresso o l’uscita di merci.

 

Tuttavia, molto è cambiato: il libero scambio è stato soppresso e, in alcuni casi specificati, saranno applicate commissioni doganali e IVA.

 

In particolare, due punti spiccano nel TCA:

 

  • Non è previsto alcun dazio a fronte del rispetto dell’accordo sull’origine preferenziale delle merci
  • Le procedure doganali sono state semplificate grazie al diritto di commercio illimitato e nessun limite alle quantità consentite per l’esportazione.

Brexit - Cosa Cambia Nel Mondo Dell'import / export e le Conseguenze sulle Spedizioni

La Brexit ha introdotto una serie di cambiamenti circa gli scambi commerciali tra Regno Unito ed Europa. Innanzitutto l’uscita dall’Unione Doganale. In secondo luogo, l’uscita dal mercato Unico.

 

Ciò significa che viene a mancare lo stato di “cessione di beni” a favore di quello di “importazione ed esportazione di beni”.

 

Questo perché Spedire in Inghilterra  édiventato di tipo internazionale e si rivela quindi necessario produrre dei documenti doganali  per consentire alla merce di entrare e uscire dal paese.

 

La produzione di documentazione per consentire alle spedizioni estere di raggiungere i destinatari potrebbe rallentare i tempi di spedizione, alzarne i costi e rendere tutto il processo più farraginoso.

 

Questa novità ci suggerisce che verranno applicate tariffe sulle esportazioni. Questo si tradurrà in un aumento dei costi di spedizione e sdoganamento, ma anche legati al cambio di valuta.

 

Saranno resi obbligatori controlli della conformità della merce. Ciò significa che i tempi di sdoganamento saranno più lunghi.

 

L’augurio è che questi cambiamenti sulla logistica aziendale non vadano a scoraggiare gli e Commerce inglesi ed europei. I dati raccolti dal periodico La Vanguardia non comunicano previsioni rosee.

 

Anzi, il numero di acquisti online di europei a e-Commerce inglesi e viceversa sarebbe già calato drasticamente nel corso del 2020. Contando che si è trattato di un anno in cui il commercio online ha avuto un boom sostanziale, questo dato è allarmante.

 
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Importazioni dopo la Brexit

Gli accordi tra Unione Europea e Regno Unito cercano di non imporre dei dazi troppo alti che potrebbero scoraggiare gli scambi da ambedue le parti.

 

Così, è stata prevista l’eliminazione di dazi doganali per le spedizioni che superano i confini tra Regno Unito ed Europa in alcuni casi:

  • Se la merce esportata soddisfa i requisiti per ottenere l’origine UE,
  • Se essa viene spedita in UK evitando la triangolazione alla base delle vendite in drop shipping,
  • Se il venditore si è registrato nel software REX (sistema degli esportatori registrati ed autorizzati a certificare l’origine della merce), in modo che egli possa auto dichiarare la tracciabilità delle merci

Esportazioni dopo la Brexit

Gli accordi tra Unione Europea e Regno Unito cercano di agevolare quelle imprese che producono più che altro in Europa.

 

Il TCA ha cercato dunque di azzerare le tariffe aggiuntive e semplificare le procedure doganali.

 

In materia di esportazione, i commercianti dovrebbero tenere conto della disciplina IVA sulle vendite e-Commerce.

 

L’imposta può raggiungere il limite di 135 sterline e sarà condizionata dal valore della spedizione e dal canale di vendita.

 

Per le vendite che, compresi i costi di spedizione, non superino questo valore non verrà applicato alcun dazio in dogana. Inoltre, è bene ricordare al venditore europeo che dovrà aprire la partita IVA britannica inserendo i suoi dati online presso l’HMRC (Her Majesty’s Revenue and Custom).

 

Se il valore della merce venduta superasse le 135 sterline britanniche, allora dovranno essere versati dazi e l’IVA allo stato britannico.

 

Per agevolare ancor di più i commercianti europei, è possibile includere i dazi doganali e l’IVA già nel prezzo di vendita e scaricare sul corriere gli oneri di importazione, indicati con il nome di Duty delivery paid (Spedizione sdoganata).


La Dogana: Cosa Cambia con la Brexit

A seguito della Brexit, la dogana ha inasprito i controlli circa la merce importata ed esportata. Sarà necessario individuare il codice armonizzato di ogni collo, basandosi sul HS code e sulla tipologia merceologica.

 

I venditori dovranno quindi fornire la documentazione doganale necessaria come in ogni altra spedizione extraeuropea e sostenere i costi degli oneri doganali.

 

Tuttavia, per agevolare gli scambi, il TCA prevede una proroga, che consente l’autocertificazione della conformità per i prodotti che presentano un rischio basso e agevolazioni per prodotti che suscitano interesse per entrambi i paesi.

 

Queste due agevolazioni prendono i nomi di qualifica di AEO (Operatore Economico Autorizzato) ed Esportatore Autorizzato.

 

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Spedire Merce in UK dopo la Brexit: Come Fare?

Per i commercianti, le verrà chiesto come spedire merce in UK a seguito della Brexit. Ecco i vari passaggi:

  • Recarsi sul sito dell’agenzia delle dogane e farsi assegnare un Numero EROI (Economic Operator Registration and Identification number);
  • Contattare il mittente e richiediere il numero AEO per velocizzare le pratiche doganali;
  • Compilare la domanda per l’assegnazione del numero HMRC (Agenzia Entrate Britannica);
  • Consultare il sito dell’Unione Europea per conoscere i Codici di classificazione della merce o HS code.

I documenti doganali per poter spedire in UK dopo la Brexit

Con la Brexit, il venditore dovrà prestare anche molta attenzione ai documenti da produrre per l’esportazione in Gran Bretagna.

 

Ognuno di questi documenti deve essere fotocopiato tre volte e tradotto in lingua inglese.

 

Sono gli stessi che servono quando si commercia verso paesi che non fanno parte dell’area Schengen. Ecco quali sono:

  • Copia del documento d’identità
  • Fotocopia del codice fiscale o attribuzione partita IVA
  • Fattura Pro forma o commerciale (deve contenere dati di mittente e destinatario, motivo della spedizione, oggetti contenuti nel pacco, paese di produzione, materiali, destinazione d’uso del bene, valore, totale)
  • Dichiarazione di libera esportazione (deve contenere dati personali del mittente, email di contatto, telefono, numero di spedizione, luogo e data e firma)
  • Etichette di spedizione

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