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Qual è la differenza tra porto franco e porto assegnato

I termini porto franco e porto assegnato si utilizzano nell’ambito della logistica per distinguere chi pagherà le spese di spedizione, e queste due definizioni si differenziano tra loro fondamentalmente solo per quanto riguarda il pagamento di queste spese.

Trattandosi di termini che descrivono concetti poco noti dai non addetti ai lavori, in questo articolo andremo a spiegare cosa si intende con porto franco e porto assegnato, e quando conoscere questi concetti può essere utile per scegliere il tipo di spedizione corretta.

Porto franco e porto assegnato

Come abbiamo detto, la differenza tra porto franco e assegnato sta nel pagamento della spedizione, e nel caso del porto franco le spese sono a carico del mittente, come ad esempio accade quando una persona, sia essa un privato o un venditore, organizza e paga in toto alla partenza le spese di spedizione al corriere incaricato. Spesso, inoltre, è sempre il mittente che si fa carico di assicurazioni contro furti, smarrimenti o incidenti di vario tipo che possono accadere alla merce. Nell’ambito delle spese internazionali in porto franco, questo tipo di spedizione viene identificato con la sigla DDP, ovvero Delivery Duty Paid.

Con il termine porto assegnato, invece, si indicano tutte quelle spedizioni in cui le spese per il trasporto sono pagate dal destinatario al momento della consegna, e la sigla che troviamo nelle spedizioni internazionali di questo genere è EXW, ovvero Ex Work. Dunque, sul documento di trasporto della merce sarà indicato come clausola il porto assegnato, oltre all’importo delle spese di spedizione, che chiaramente variano in base alla tipologia di merce e alle dimensioni e al peso del pacco.

La scelta della spedizione in porto franco o in porto assegnato dipende dagli accordi che prendono mittente e destinatario per quella determinata spedizione estera, oppure alle modalità che una specifica piattaforma di compravendite online mette a disposizione di venditori ed acquirenti. Volendo prendere come esempio i portali in cui vendere oggetti usati, spesso chi compra paga le spese di spedizione al momento dell’acquisto, e per il corriere espresso che prenderà in carico la merce si tratterà di una spedizione in porto franco, che generalmente sono le più comuni, a meno che un negozio o un e-commerce non abbia dei contratti particolari con un’agenzia di spedizioni comode.

Tuttavia quando si parla di porto franco e porto assegnato si parla con termini utilizzati esclusivamente nell’ambito della logistica, che poco hanno a che vedere con quello a cui si trova davanti il mittente quando deve decidere le modalità di spedizione di un articolo. Infatti, in questi casi è più corretto utilizzare definizioni come spedizione ordinaria e spedizione in contrassegno, che andremo a spiegare meglio nel prossimo paragrafo.

Spedizione ordinaria e spedizione in contrassegno

I termini spedizione ordinaria e spedizione in contrassegno possono essere considerati come i corrispettivi per i non addetti ai lavori delle definizioni di porto franco e porto assegnato. Infatti, la spedizione ordinaria è l’equivalente del porto franco, in cui il mittente si prende carico di tutte le spese relative alla spedizione della merce, comprendendo anche assicurazioni contro furti o danneggiamento degli articoli spediti.

La spedizione in contrassegno, invece, è il corrispettivo del porto assegnato, dove è il destinatario che si fa carico delle spese di spedizione, che possono essere pagate sia al momento dell’acquisto che al momento della consegna. In questo caso, il mittente autorizza il corriere ad incassare per suo conto una determinata cifra, che può comprendere o soltanto le spese di spedizione, oppure le spese di spedizione in aggiunta al costo della merce, e questi importi verranno poi rimborsati al mittente. Nelle spedizioni internazionali, questo tipo di spedizione viene contrassegnato con la sigla COD, ovvero Cash on Delivery.

Anche se oggi questa è una delle modalità più utilizzate, non è sempre stato così, ma la diffusione della spedizione in contrassegno è andata di pari passo con la diffusione delle compravendite online, sia da parte di privati che di aziende che utilizzano piattaforme dedicate all’e-commerce, dove gli utenti possono acquistare articoli e pagarne le spese di spedizione al momento dell’acquisto o della consegna, anche utilizzando pagamenti digitali, anch’essi sempre più diffusi.

Anche se generalmente la spedizione in contrassegno era utilizzata per il pagamento in contanti al momento della consegna, oggi molti corrieri sono dotati anche di POS per i pagamenti digitali, e con entrambi i metodi di pagamento il vettore trasferirà poi la somma incassata al venditore. Tuttavia, è un tipo di spedizione che va valutato attentamente, sia perché solitamente le spese di spedizione sono più alte, sia perché in alcuni casi l’uso del contante può risultare più complesso, oltre a non essere tracciabile, e perché si rischia sempre che il destinatario non sia in casa al momento della consegna, che dunque va riprogrammata.

Il fatto che esista comunque una discreta fetta di clientela degli e-commerce che preferisce questa modalità fa in modo che venga ancora offerta da diversi negozi online, e da alcune indagini è emerso che viene utilizzata molto di frequente per gli acquisti nei settori dell’alimentare e dell’arredamento, nel primo caso perché il prezzo dipende dal peso complessivo del pacco, mentre nel secondo caso perché si tratta di cifre importanti, che le persone preferiscono pagare al momento della consegna, percependo questa modalità come più sicura.

Quando si decide di spedire un pacco UPS con la modalità della spedizione in contrassegno, è bene prendere alcuni accorgimenti in modo che il tutto vada a buon fine, iniziando ad esempio con il contattare l’acquirente per verificare l’intenzione effettiva di acquisto e compilando la lettera di vettura con tutte le informazioni necessarie. Inoltre, è consigliabile attivare un servizio di tracciamento della spedizione, per evitare che al momento della consegna il destinatario non sia in casa. Questo perché, nel caso la merce non venga consegnata, il venditore non solo perderà l’importo che doveva incassare da quella compravendita, ma dovrà anche pagare sia per la spedizione che per la restituzione della merce.